“Oceano nero” di Martin Quenehen e Bastien Vivès

”Quando cerchi davvero una cosa che non c’è, finisce sempre per esistere”.

Un giovane marinaio, coinvolto in una vicenda di pirateria, viene a conoscenza dell’esistenza di un misterioso teschio d’oro la cui ricerca lo porterà dal Giappone al Perù, dal Messico a Cordoba, in un susseguirsi di eventi avventurosi dove le leggende dell’antico Giappone e dell’Impero Inca si intrecciano, e quasi lottano per liberarsene, con una realtà fatta di trafficanti di droga, disastri ecologici, attentati terroristici. Siamo nel 2001, il mondo entra in una nuova era densa di incognite, segnata dalla distruzione delle Torri Gemelle. Il protagonista non ha bandiera né religione, è un giovane del suo tempo che incarna nelle parole e nei gesti un sogno di libertà e di anarchia, universale e senza tempo. Eppure, quel sogno che vola al di sopra dei confini e delle regole, ben rappresentato dal mare, l’altro grande protagonista del romanzo, non annulla la coscienza e la responsabilità individuale, soprattutto verso i più deboli. Un idealista, suo malgrado.

Un personaggio con questi tratti doveva e poteva chiamarsi soltanto… Corto Maltese!

Cong S.A., la società svizzera che detiene e cura i diritti del celeberrimo personaggio ideato, disegnato e raccontato da Hugo Pratt, ha autorizzato due giovani fumettisti francesi, Martin Quenehen e Bastien Vivès a ricreare un Corto Maltese nel XXI secolo. Diversissimo nelle ambientazioni e nei ritmi ma soprattutto nel tratto grafico (inutile e illogico il confronto con l’inarrivabile Pratt), è tuttavia estremamente somigliante nello spirito, nel pensiero e nei gesti. Emblematico il fatto che la vicenda prenda le mosse dall’Estremo Oriente, lo stesso palcoscenico dove si colloca cronologicamente la prima storia del Corto Maltese prattiano, “La giovinezza”, ambientata durante il conflitto russo-giapponese del 1904, dove si era, anche qui, all’alba di un nuovo secolo e di un mondo che stava per cambiare.

Ci saranno sicuramente motivazioni commerciali dietro questa ‘rinascita’ del personaggio, che per altro aveva già ripreso la propria vita editoriale, dopo la scomparsa di Pratt, su un solco più tradizionale con due bravissimi autori spagnoli, Pellejero e Canales. Certamente strizza l’occhio ai giovani, quelli che magari non hanno mai letto il Corto originale, con grafica e anagrafica dei personaggi che rimanda decisamente ai manga; ma questo non è un fatto da leggersi in chiave negativa, se pure non piacerà probabilmente a molti affezionati e nostalgici lettori del Maltese.

Ma al di là di queste considerazioni che potrebbero far storcere il naso a qualcuno, è un dato di fatto che ci siano in questo lavoro tanti buoni propositi e, soprattutto, anche tanti buoni risultati. Storia, disegni e protagonista sono convincenti: la trama tiene e incolla gli occhi alle pagine, i disegni in b/n con patinati toni di grigio mitigano la tensione dell’incalzare degli eventi e interpretano bene il pathos del racconto, il protagonista è un Corto Maltese dei giorni nostri piuttosto credibile. Meno convincenti i personaggi secondari, incluso l’eterno antagonista Rasputin, che pure fa una veloce comparsa, da questo punto di vista la strada da fare è ancora tanta. La capacità che aveva Pratt di delineare un personaggio, con tutto il suo carattere e tutta la sua storia, benché non conosciuta, con un semplice ritratto e poche parole, è quello che più manca in questo fumetto.

La sensazione complessiva che lascia “Oceano Nero” ai lettori è quella di un bellissimo e accorato omaggio all’opera magistrale, destinata all’immortalità, di Hugo Pratt. Non sappiamo se l’esperimento continuerà, per come si è presentato questo esordio c’è da sperare che possa esserci un seguito.

Martin Quenehen, scrittore, documentarista, sceneggiatore, ha pubblicato tra gli altri il romanzo Jours tranquilles d’un prof de banlieue” (2011) e il graphic novel “Quatorze Julliet” (2020), non ancora tradotti in italiano.

Bastien Vivès, disegnatore, ha pubblicato tra gli altri “Il gusto del cloro” (2009) che gli è valso il premio Angoulême e il premio Attilio Micheluzzi, “Paolina” (2011), “Una sorella” (2017). Ha inoltre lavorato alla serie “Lastman” (2013-2019), una sorta di ‘manga francese’ con cui ha conquistato nuovamente il prestigioso premio Angoulême.

Vittorio Benzi, 5 settembre 2021