“Uno scienziato al museo” di Monica Mazzolini

Uno Scienziato al museo di Monica Mazzolini – Linea Edizioni

Arte e scienza, nell’immaginario comune, sono tipicamente due materie distinte e distanti, spesso contrapposte; due modi differenti di interpretare la vita ed il mondo che ci circonda, la prima focalizzata nel rispondere ai quesiti esistenziali, ad indagare il mondo delle emozioni e del sentire, la seconda dedita invece al progresso tecnologico e alla determinazione puntuale delle formule che regolano l’universo. Umanesimo versus Illuminismo. 

Monica Mazzolini nel suo libro “Uno scienziato al museo”, Linea edizioni, Settembre 2020,  ci mostra quanto questa dicotomia sia solo pregiudiziale e più che mai lontana dal vero. Lo fa attraverso innumerevoli riferimenti, spunti, riflessioni, accompagnandoci in un viaggio affascinante alla scoperta del profondo legame che unisce intimamente queste due discipline. 

Così, ad esempio, apprenderemo come, nella “Vergine delle rocce”, Leonardo da Vinci abbia dedicato un’attenzione speciale agli aspetti botanici, collocando le varie piante sul dipinto in base ad una coerenza scientifica, piuttosto che seguendo unicamente canoni estetici; nelle opere di Pollock troveremo l’impatto rivoluzionario della fisica moderna: l’indeterminismo quantistico, che incrina le certezze della meccanica classica, ha delle marcate analogie con l’effetto dirompente dell’action painting, attraverso il quale il rigore della forma lascia spazio al caso-caos. 

Leggeremo delle scoperte negli ambiti della chimica e della fisica, che hanno portato all’invenzione della fotografia, rivoluzionario strumento tecnico, ma soprattutto innovativa forma d’arte. Nelle tele di George Seurat vedremo invece emergere gli studi sulla percezione visiva, che attraverso la tecnica della pittura puntiforme ha lavorato con la complementarità cromatica e la mescolanza retinica. La psicoanalisi e le indagini sul mondo onirico saranno invece di profonda ispirazione per il surrealismo, un esempio su tutti Dalì che definisce le sue stesse opere come frutto dello sfogo delle proprie paranoie <<paranoia critica>>.

In conclusione, una lettura davvero interessante e piacevole che è in grado di stuzzicare e soddisfare le curiosità di un ampio ventaglio di lettori. Un testo denso di contenuti, da leggere e rileggere con attenzione, pieno di passaggi da annotare e sottolineare e soprattutto tantissimi stimoli ( e riferimenti ) per approfondire ulteriormente le varie tematiche affrontate nel libro.   

Gianluca Russo, 24 febbraio 2021

Sull’autore

Biografia sintetica estratta dal sito dell’editore:  https://www.lineaedizioni.it/uno-scienziato-al-museo-monica-mazzolini/

Monica Mazzolini, laureata in Biologia all’Università di Genova, nel 2003 ha conseguito il dottorato di ricerca in neurobiologia presso la SISSA di Trieste dove tutt’ora vive. Dopo aver lavorato nel campo della ricerca studiando la visione decide di dedicarsi esclusivamente alla storia dell’Arte ed alla storia della Fotografia. Tiene cicli di lezioni, conferenze e workshop in territorio nazionale. Collabora con Università, gallerie d’arte, associazioni culturali, circoli fotografici ed è curatrice di mostre sia a livello nazionale che internazionale.

Scrive testi critici per mostre, libri, riviste ed è autrice del libro “Matite colorate. Appunti d’arte” (LINEA edizioni, 2016). Si occupa di divulgazione della cultura fotografica e lettura dell’immagine. Gestisce profili sui social dove gli argomenti trattati riguardano Arte e Fotografia.